mercoledì 14 ottobre 2009

PROPOSTE PER MIGLIORARE LA QUALITA' DEI SERVIZI SANITARI
- di Giuseppe Gambelli e Claudio Piermattei

A Senigallia l'offerta complessiva dei servizi sanitari pubblici è qualitativamente buona, ma manca la possibilità di usufruire di alcune prestazioni mediche, per cui molti concittadini spesso devono recarsi a Pesaro ed Ancona, o in altre città, per curarsi.
La limitatezza delle risorse economiche trasferite alla nostra zona territoriale non permette la copertura finanziaria dei progetti finalizzati a migliorare l'offerta dei servizi.
Il personale medico ed infermieristico è contingentato, così che nei periodi feriali e di maggior afflusso turistico i turni divengono pesanti, sia per il personale, sia per i pazienti, tenuti a maggiori attese, specialmente al pronto soccorso.
Il rilancio della sanità senigalliese deve quindi passare attraverso soluzioni alternative, rispetto a quelle che presuppongono maggiori trasferimenti regionali e statali, dato che tutta la spesa pubblica attraversa una fase di tagli generalizzati, dovuti alla grave crisi finanziaria ed economica in corso.
Seguendo l'esempio della vicina Jesi, Senigallia potrebbe ampliare l'offerta di servizi sanitari, favorendo il potenziamento dei centri polispecialistici esistenti, che sono accreditati e convenzionati, specialmente per orientarli verso le prestazioni ambulatoriali e chirurgiche in settori in cui si registra una certa carenza di servizi: è il caso dell'allergologia, dell'endocrinologia, delle malattie infettive, di certi esami radiografici e della chirurgia plastica ed estetica, solo per citare alcune specialità per le quali la migrazione dei pazienti è maggiore.
Inoltre, per potenziare i servizi medici ed infermieristici dell'ASUR, è necessario attuare, con più fatti, le recenti riforme regionali che prevedono meno uffici amministrativi e più servizi, nel territorio.
Nel 2009 sembrerebbe logico, in qualsiasi azienda, gestire tutti i servizi amministrativi relativi agli appalti, alla tutela legale, ed altri, in un unico centro direzionale, nei limiti del possibile, lasciando decentrato nel territorio solo quello che al centro non si può fare.
Eppure molti politici rivendicano la necessità di mantenere decentrate alcune funzioni, come quelle delle gare d'appalto, che sono spesso accentrabili con evidenti economie di scala.
Razionalizzare i servizi amministrativi invece comporterebbe il vantaggio di poter investire maggiormente nei servizi infermieristici e medici: sono quelli che non abbiamo i servizi sanitari di cui abbiamo maggiore bisogno, e istituirli è possibile.

1 commento:

  1. "una certa carenza di servizi: è il caso dell'allergologia, dell'endocrinologia, delle malattie infettive, di certi esami radiografici e della chirurgia plastica ed estetica, solo per citare alcune specialità per le quali la migrazione dei pazienti è maggiore." Alla lista mi verrebbe di aggiungere Urologia ed Ortopedia, una diciamo quasi mai esistita, l'altra un pò da tempo in declino! Ma forse mi sbaglio...

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